L’intervista a Cristian Demuro: ” Solo ora ho capito che è tutto vero! | In sella ad Ace Impact un altro Arc per il fantino italiano

di Fabrizio Tenerini e Marco Terrenato

Ne è passato di tempo da quella prima prima intervista fatta all’Ippodromo del Visarno, al termine di una delle prime monte da professionista. Dopo aver iniziato con i pony un giovanissimo Cristian era impegnato in sella a DYLANG, un bel grigio di proprietà di Elisabetta Malanima, allenato dai gemelli Verricelli. A quasi 15 anni da quel giorno Cristian Demuro è diventato, per la seconda volta in carriera, il Re dell’Arc de Triomphe. Dopo Sottsass nel 2020, il 31enne fantino, nato a Marino (Roma), si è preso l’edizione 2023, in sella a un monumentale Ace Impact, con il coraggio, la costanza e la consapevolezza dei grandi campioni!

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Due vittorie nell’Arc de Triomphe, la corsa per eccellenza del galoppo internazionale, Cristian Demuro si è concesso il bis domenica alle redini di ACE IMPACT, cavallo ancora imbattuto che ha collezionato la sesta vittoria su altrettante uscite. Lo abbiamo contattato telefonicamente, per carpire il suo stato d’animo. Sono passate poco più di 24 ore e l’emozione non si è ancora esaurita: “Mi sto rendendo conto solo oggi dell’impresa, fino ad ieri sera era tutto offuscato, confuso, credevo di essere in un sogno, fortunatamente ora ho capito che è tutto vero”.

Come hai vissuto la vigilia? Hai rispettato tutti i tuoi riti scaramantici, sempre che tu ne abbia? “E’ stata una mattinata come tutte le altre, ho fatto la solita colazione con un cappuccino italiano fatto da mia moglie Giulia ed ho mangiato un cornetto. Poi mi sono messo due manciate di sale in tasca, la mia unica scaramanzia e sono partito per l’ippodromo di Longchamp”

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Parliamo dell’attore principale insieme a te, ACE IMPACT che tipo di cavallo è?: “Freddo, professionale, la mattina e nel box è calmo, sempre buono, poi solo quando arriva al tondino e mi vede arrivare per montarlo si scatena e comincia a fare il diavolo a 4. Quando poi lo porto in pista e comincia a fare il canter di avvicinamento alle gabbie, torna nuovamente il gran professionista che è”

Il cavallo ha ancora margini di miglioramento? Preferisce il terreno galoppabile?: “Sì, a mio avviso deve ancora mostrare tutto il suo potenziale, mentre per quanto riguarda il terreno l’impressione è che il buono sia quello preferito, ma anche sul pesante credo possa correre molto positivamente”

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I programmi futuri del campione? : “La mia idea è che il cavallo non correrà più, è imbattuto e ha vinto l’Arc, cosa si può chiedere di più a un cavallo? Lo hanno invitato alla Japan Cup, ma lui non ama molto viaggiare perché diventa nevrile e un viaggio così lungo in aereo nasconde molti rischi. La decisione spetta comunque al proprietario e all’allenatore”

Hai mai avuto paura di perdere? Sul palo di arrivo cosa ti è passato per la mente?: “Sinceramente non ho mai avuto paura di perdere, il cavallo galoppava tranquillo, lo conosco bene e so che quando va così può piazzare la sua portentosa accelerazione. Sul palo ho provato una gioia immensa, non mi sembrava vero, ho vissuto un sogno in diretta”

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Prima della corsa chi temevi di più tra i rivali?: “Su tutti WESTOVER, ma avevo rispetto anche per la cavalla giapponese TROUGH SEVEN SEAS” A chi dedichi la vittoria?: “Direi a tutta la mia famiglia, a tutti i miei amici, quelli che da sempre mi sostengono, ma in primis a mio padre, che mi guarda e mi aiuta da lassu!

Che rapporto hai con Jean Cloud Rouget?: “Abbiamo un buon rapporto, parliamo poco, ma abbiamo un grande feeling, ci capiamo solo con uno sguardo, lavoriamo insieme dal 2016 e spero che il nostro rapporto continui per molti anni ancora” Come hai festeggiato la vittoria?: “Ieri sera siamo andati a cena in un ristorante a Parigi, con proprietari e allenatore”

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Da domani tornerai a montare corse di routine, dopo aver vinto l’Arc, riuscirai a essere concentrato e avere stimoli per dare sempre il meglio di te?: “Sono un professionista e mi impegno sempre al massimo. Per me montare all’Arc o in una vendere non fa differenza, devo essere sempre al top!”

Che rapporto hai con i tuoi colleghi e con il pubblico francese? “Per il pubblico sono ormai diventato un fantino “francese” visto che sono tanti anni che lavoro in Francia, ieri mi hanno accolto come un campione e sul palo ho sentito le tribune che crollavano. Con i colleghi ho un buon rapporto, non ho amicizie in particolare, ma vado d’accordo con tutti”

Finisce qui la nostra chiacchierata, doverosa, per rendere un tributo a uno dei fantini più forti al mondo e se un grande jockey italiano come Frankie Dettori sta per lasciare, la sua eredità è in ottime mani, quelle di Cristian Demuro!

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